VINCERE IL PANICO AL 100%

Chi ha avuto l’esperienza di attacchi di panico ripetuti, ha vissuto un’esperienza così forte e spaventosa da portarlo a difendersi a tutti i costi da questo terribile mostro. “A tutti i costi” vuol dire vivere nella gabbia dell’ansia anticipatoria e della paura privandosi della propria libertà di muoversi e della propria autonomia. Tutto ciò semplicemente (ma assolutamente logicamente) per evitare il più possibile l’esperienza dell’attacco di panico.

Spesso chi soffre di panico, nel suo pellegrinare tra medici e psicoterapeuti trova un certo sollievo: le cure farmacologiche sembrano bloccare la ricorrenza degli attacchi e la psicoterapia (cognitivo comportamentale) aiuta a ritrovare un po’ di libertà. Troppo spesso però chi soffre del disturbo di panico sta meglio ma non bene, ha meno crisi ma continua ad aver paura, è più libera ma fondamentalmente la paura dell’attacco lo condiziona ancora e non gli permettere di star bene al 100%. Troppo spesso si passa da una gabbia stretta a una gabbia larga, che sempre gabbia è o si ritrova un po’ di sicurezza ma non si ritorna a essere completamente liberi come prima della comparsa degli attacchi.
Nell’ultimo anno, dopo oltre 25 anni passati a curare e studiare il panico, la domanda martellante sul perché chi soffre del disturbo di panico non torni a stare bene al 100% nonostante cure anche appropriate, ho finalmente trovato una risposta. Risposta semplice e ovvia che bisogna però comprendere bene.  Se rimango ingabbiato dalla paura e dall’ansia e se mi sento sottilmente in pericolo è perché il “mostro” non è stato completamente, e sottolineo completamente, vinto.  Dunque se abbiamo vissuto gli attacchi di panico e se, dopo varie cure, ci difendiamo ancora sacrificando la nostra libertà e la serenità, anche se molto meno di prima, allora vuol dire - nella stragrande maggioranza dei casi - che il panico esiste ancora nella nostra vita e che gli attacchi di panico non sono stati curati a sufficienza.
In questo caso, quando parlo di panico, parlo non semplicemente dell’attacco di panico classico (esplosione di paura e malessere con brutte sensazioni fisiche forti) ma dei vari differenti modi con cui la predisposizione al panico può presentarsi. Il panico si può manifestare in quattro modi: (a) L’attacco di panico classico, (b) l’attacco di panico con pochi sintomi (per esempio il batticuore improvviso e una sensazione di malessere forte), (c) L’aborto di attacco di panico e (d) L’Ombra del panico. Mentre i primi due sono ovvi per tutti e spesso spariscono con la cura, i secondi due non vengono riconosciuti e rendono spesso il disturbo di panico cronico. L’aborto dell’attacco di panico è la sensazione che l’attacco stia partendo ma non esplode, che non è semplicemente la paura dell’attacco ma piuttosto la sensazione chiara di un attacco di panico mancato; L’ombra del panico è una forma di pre-panico in cui la persona sente la sensazione di non essere in forma fisicamente per la presenza di malesseri che coinvolgono il cuore (peso, extrasistoli, tachicardie) la respirazione (sospiri, mancanza d’aria, irregolarità nel respirare) e il sistema dell’equilibrio (sbandamenti, capogiri) ma anche lo stomaco e l’intestino.
E’ fondamentale che la cura che state effettuando sia capace di far scomparire tutti questi quattro modi con cui il panico parla. Generalmente è la terapia farmacologica che ha il compito di fare questo e non bisogna aver paura di aumentare il dosaggio per arrivare a far scomparire tutto, anche l’ombra del panico. Una volta scomparso tutto il panico, e sottolineo tutto, soltanto allora da soli o, meglio, con l’aiuto di uno psicoterapeuta cognitivo-comportamentale potrete abbattere tutte le vostre difese dal panico e ritrovare la piena libertà e benessere.
Se vi accorgete, pur essendo molto migliorati, di avere un residuo di panico parlatene con il vostro psichiatra e chiedetegli di aiutarvi a farli scomparire al 100%. La vita è vostra, cari pazienti, e avete il diritto di essere liberi al 100%, non semplicemente di stare meglio……