Non c'è nulla di più nobile, bello, soddisfacente e capace di renderci eterni se non la possibilità di tramandare ad altri, soprattutto i più giovani, ciò che abbiamo imparato nel corso della nostra vita. Ovviamente i primi a ereditare quello che siamo e quello che abbiamo imparato sono i nostri figli ma oltre a loro la possibilità di offrire la nostra conoscenza ed esperienza professionale e umana alle giovani generazioni che domani svolgeranno il nostro mestiere, un mestiere che ha il privilegio di aiutare chi soffre per un disturbo mentale a ritrovare la propria serenità e la libertà di decidere della propria vita, è un atto profondamente etico e umano. Il piacere di insegnare è davvero impagabile: la nostra esperienza e conoscenza non viene persa ma rivive nei giovani a cui insegnamo e diamo il nostro contributo a migliorare lo stato di benessere non soltanto nelle persone che seguiamo direttamente ma anche di tutte quelle persone che entreranno in contatto con i nostri studenti.
In realtà la vera domanda è cosa insegniamo ai giovani? Mi piace pensare che non insegniamo semplicemente cosa e come fare un mestiere ma li formiamo a essere persone capaci di prendesi cura dell'altro. Le nozioni sono fondamentali, la scienza essenziale, ma la nostra capacità di educare nel senso più profondo di questo termine deve essere il nostro vero compito, privilegio e responsabilità